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Gruppi elettrogeni
Ti trovi in: Manuale di approfondimento / SCELTA DI UN GRUPPO ELETTROGENO / Riferimenti legislativi
 

Prescrizioni legislative
Il D.C.P.M. del 1 marzo 1991 definisce il rumore come: "... qualunque emis­sione sonora che provochi sull'uomo effetti indesiderati, disturbanti, o danno-si o che determini un qualunque deterioramento qualitativo dell'ambiente".
Una maggiore precisazione viene data dalla Legge 26 ottobre 1995 n. 447 che specifica: "... tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle atti­vità umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi".
L'orecchio umano avverte le variazioni di pressione sonora che non sono di tipo lineare, bensì logaritmiche. Tali variazioni vengono pertanto espresse in decibel (dB), che sono una unità di variazione logaritmica che indica il rap­porto della pressione acustica misurata con quella di riferimento.
Ai fini delle misurazioni dei livelli di inquinamento acustico viene utilizza­to un parametro specifico definito come "livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato 'A' " ed indicato con la sigla dB(A). Tali misu­razioni devono essere eseguite da tecnici competenti in acustica con l'ausi­lio di apposite apparecchiature (fonometri, microfoni, filtri, ecc.).
I suoni che l'orecchio umano é in grado di percepire sono quelli che si tro­vano all'interno della cosiddetta banda udibile, caratterizzata da frequenze
comprese tra 16 Hz e 16000 Hz e da livelli di pressione sonora fino a circa 130 dB.

Il legislatore italiano, per fronteggiare il problema dell'inquinamento acustico decise di introdurre la cosiddetta zonizzazione acustica del territorio: i territori comunali vengono divisi in zone omogenee dal punto di vista acu­stico, cioé aree con caratteristiche urbanistiche di fruibilità e di funzionalità analoghe.
Il procedimento di classificazione delle zone é il primo di una serie di pas­si operativi che costituiscono la redazione di una zonizzazione acustica. Al fine di suddividere il territorio in zone omogenee, si eleggono a parametri indicatori le densità di residenza, di attività commerciali, industriali, arti­gianali e il relativo traffico. Le aree, così come definite dal D.P.C.M. 14 novembre 1997, sono sei (tabella 10.3).
I limiti massimi dei livelli sonori (Leq) sono invece quattro, definiti dalla Legge quadro sull'inquinamento acustico e quantificati dal successivo D.P.C.M. 14 novembre 1997, definiti come:

  • valore limite di emissione: valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa;
  • valore di attenzione: valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente;
  • valore di qualità: valore di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge;
  • valore limite di immissione: valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori.

Il valore limite di immissione si suddivide a sua volta in:

  • valore limite assoluto, determinato con riferimento al livello equivalente di rumore ambientale;
  • valore limite differenziale, determinato con riferimento alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo.

I valori di attenzione possono essere rilevati nel tempo a lungo termine (TL), così che rappresentano un insieme sufficientemente ampio di tempi di riferimento TR all'interno del quale si valutano i valori di attenzione. La durata di TL é correlata alle variazioni dei fattori che influenzano la rumo­rosità di lungo periodo: tale tempo permette di caratterizzare dal punto di vista della rumorosità il territorio in esame.
Per tempo di riferimento (TR) si intende il periodo della giornata all'interno del quale si eseguono le misure.
Se si prende come esempio un gruppo elettrogeno dotato di un motore a scoppio e di un alternatore si vede come questo sia una fonte sonora con un livello acustico di emissione di rumore di circa 100 dB(A) senza alcun tipo di protezione e con uno spettro sonoro. Indagando sulle cause del rumore si può rilevare come il motore producarumore per differenti motivi, mentre l'alternatore produca rumore fondamentalmente per tre motivi.
Come si vede tali cause sono praticamente impossibili da eliminare e vanno a gravare sull'utenza finale del gruppo elettrogeno che deve predisporre appositi interventi per contenere le emissioni acustiche al di sotto dei limi ti massimi stabiliti dalla legge.
Pertanto il progetto di un insediamento comprendente un gruppo elettrogeno deve contenere gli accorgimenti necessari a ridurre il rumore o comun­que l'esposizione degli addetti. In particolare, per una corretta progettazio­ne acustica, si dovranno innanzitutto individuare le principali fonti di rischio di esposizione a rumore, tenendo conto sia dei livelli di rumorosità delle singole macchine sia della loro dislocazione rispetto alle aree di sta­zionamento degli addetti.
Nel caso di locali di grandi dimensioni si verifica frequentemente che si rag­giungano livelli elevati di rumorosità a causa della somma dei livelli sonori prodotti da numerose macchine ciascuna delle quali non é necessariamente molto rumorosa, o per gli effetti di numerose sorgenti sonore. Questo si veri-fica tanto più facilmente quanto più il locale di lavoro é riverberante.
Le onde di pressione provocate dalla sorgente sonora posta all'interno di un locale possono venire assorbite dalla parete, una parte viene trasmessa all'e-sterno della parete, la altre vengono riflesse colpendo le superfici del loca-le stesso, provocando una sovrapposizione caotica di suoni diretti e riflessi (riverberazione).
La durata di questo processo é strettamente collegata al grado di assorbi-mento del locale ed é conosciuto come tempo di riverberazione; più que­st' ultimo é basso (0,8 ± 1,5 secondi) migliori sono le condizioni ambienta-li. Il tempo di riverberazione dipende in generale da:

  • frequenza del suono emesso dalla sorgente di rumore;
  • volume dell'ambiente;
  • superficie e natura delle pareti;
  • arredo interno.

Appare evidente a questo punto che i valori di fonoassorbenza o di coeffi­ciente di assorbimento acustico sono direttamente collegati al tempo di riverberazione.

Il coefficiente di assorbimento acustico si esprime con valori compresi tra O e 100 % e dipende dal materiale con cui si intende limitare il problema. Per contenere il rumore nei gruppi elettrogeni, vengono utilizzate diverse tipolo­gie di materiali, sostanzialmente riconducibili a due categorie. I materiali fonoassorbenti sono di tipo poroso per cui la loro superficie esterna consente al suono di penetrare all'interno del materiale stesso: la porosità fa si che, quando l'onda sonora colpisce la superficie del materia-le, l'aria contenuta nei piccoli canali interni in prossimità della stessa venga ad essere animata da un rapido moto oscillatorio, per cui buona parte dell'energia sonora viene dissipata in calore.

I materiali fonoisolanti sono invece materiali duri e pesanti, la cui funzioni é quella di impedire che le onde sonore li attraversino. Molto spesso vengono associati ai materiali fonoassorbenti inseriti come sandwich fra due strati di materiale quali le schiume a cellule aperte melaminiche e poliuretaniche.

 

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Indice generale

Capitolo 1 - GRANDEZZE NOMINALI DI UN GRUPPO ELETTROGENO

Oltre ai dati commerciali di base della macchina e del fabbricante, per essere conforme alla normativa internazionale ISO 8528 ogni gruppo elettrogeno deve essere dotato di una targa in cui sono riportate le grandezze elettriche, meccaniche ed i parametri ambientali di riferimento

  1. Dati identificativi del gruppo elettrogeno e dei suoi componenti
  2. Valori delle grandezze elettriche nominali del gruppo elettrogeno
  3. Valori delle grandezze meccaniche
  4. Parametri ambientali di riferimento

Capitolo 2 - TIPOLOGIE DEI QUADRI DI COMANDO DI UN GRUPPO ELETTROGENO

Il quadro di comando rappresenta il fulcro del gruppo elettrogeno in quanto é il cuore delle apparecchiature di comando e degli strumenti di monitoraggio dello stato di esercizio della macchina

  1. Struttura del quadro elettrico
  2. Dotazione del quadro elettrico
  3. Tipi di quadri di comando per gruppi elettrogeni

Capitolo 3 - COMPONENTI, ACCESSORI ED APPARATI AUSILIARI DEL GRUPPO ELETTROGENO

Gli apparati principali di un gruppo elettrogeno sono: apparato motore, apparato generatore e quadri di comando, controllo e di potenza.
Per poter funzionare, un gruppo elettrogeno necessita di ulteriori componenti:

  1. Componenti comuni di un gruppo elettrogeno
  2. Componenti dell'apparato motore
  3. Componenti dell'apparato generatore

 

Capitolo 4 - SCELTA DI UN GRUPPO ELETTROGENO

  1. Vincoli di installazione
  2. Gruppi elettrogeni suddivisi per fasce di potenza e tipologia di combustibile

Capitolo 5 - REGOLE GENERALI PER INSTALLAZIONE DI UNGRUPPO ELETTROGENO

  1. Riferimenti legislativi
  2. Caratteristiche dei locali

Capitolo 6 - EMISSIONI ACUSTICHE

  1. Prescrizioni legislative
  2. Documentazione da presentare ai fini dell'inquinamento acustico

Capitolo 7 - EMISSIONI IN ATMOSFERA

  1. Legislazione riguardante le emissioni inquinanti
  2. Autorizzazioni per l'emissione in atmosfera

Capitolo 8 - LA COMPATIBILITA' ELETTROMAGNETICA

  1. Emissione e immunità
  2. Emissioni elettromagnetiche dei gruppi elettrogeni
  3. Disturbi delle reti elettriche

Capitolo 9 - LA FONDAZIONE

  1. Cuniculi per la posa dei cavi e tubazioni

Capitolo 10 - PROGETTO DI INSTALLAZIONE DI UN GRUPPO ELETTROGENO

  1. Installazione gruppo elettrogeno all'aperto
  2. Installazione di un gruppo elettrogeno in un locale
  3. Ventilazione del locale
  4. Gas di Scarico
  5. Accorgimenti per l'installazione di un gruppo elettrogeno raffreddato ad aria
  6. Accorgimenti per l'installazione di un gruppo elettrogeno raffeddato ad aqua
  7. Installazione di un gruppo elettrogeno insonorizzato in un locale

Capitolo 11 - IMPIANTO PER IL COMBUSTIBILE

  1. Gruppi elettrogeni alimentati a combustibile liquido
  2. Serbatoio incorporato
  3. Serbatoio di servizio
  4. Serbatoio di deposito
  5. Gruppi elettrogeni alimentati a gas
  6. GPL
  7. Gas Metano

Capitolo 12 - DICHIARAZIONE DI CONFORMITA' E MARCATURA CE

  1. Gruppi elettrogeni aspetti legislativi
  2. Gruppi elettrogeni Simbolo grafico della marcatura CE

Capitolo 13 - ADEMPIMENTI PER L'ESERCIZIO DEI GRUPPI ELETTROGENI

  1. Gruppi elettrogeni non soggetti a autorizzazione
  2. Gruppi elettrogeni soggetti a autori zzazione

 

 
   
   
 

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